Raccontaci, in poche parole, come ti è nata la passione rossonera.
Raccoglieremo in questa pagina uno speciale “Amarcord Milanista”, con i brevi racconti dei nostri soci (in ordine alfabetico)
leggendo i vostri racconti, mi avete invogliato a scrivere perché sono diventato milanista.
Avevo 8 anni e quella squadra italiana, la prima in assoluto, vinse la Coppa dei Campioni. Maggio del 1963, stadio di Wembley a Londra, vittoria per 2 a 1,
un ricordo che per me resterà sempre nella memoria perché da quel momento io sono stato e sempre sarò rossonero.
Poi ricordo che quando entrai a far parte del glorioso Milan Club Isola di Capri, gli amici del club mi sfottevano perché quando qualcuno mi chiedeva il pronostico di una partita del Milan io – per scaramanzia – dicevo sempre che perdeva, e invece vinceva !
Oggi sono ancora più orgoglioso della mia fede rossonera, perché l’ho passata (forse) anche a mia figlia Annamaria
Antonio Aruli
Da piccola in casa sentivo dire forza juve, cominciai anche io a tifare per quella squadra. Una sera d’estate, ero a Viareggio in un nightclub, avevo 14 anni e mio fratello mi presentò un BEL RAGAZZO dicendomi: si chiama GIANNI RIVERA, è un calciatore e gioca nel MILAN!!! Amore a prima vista 😍 Subito decisi di seguirlo passando a tifare per la SUA SQUADRA!!! Ed oggi ancora eccomi a far parte con voi di quella bella squadra e gridare sempre
FORZA MILAN !!! ❤️🖤
Carola Faiella
Sono milanista perché lo è il mio papà. Fin da quando ero bambina lui ha seguito con discrezione il calcio senza mai essere eccessivo. Per una partita del Milan non rinunciava ad una uscita con noi figli e per questo credevo fosse tifoso del Napoli, squadra di cui parla spesso, forse per rispetto alla nostra cultura napoletana. A tredici anni, scuole medie, vedevo che in Fabrizio mio fratello piccolo, l’interesse per il calcio e per il Milan aumentava. Papà e Fabrizio cominciarono, finalmente, a vedere le partite del Milan insieme. Ed io? Spiegavo a mio fratello, in linguaggio più vicino a lui, il calcio e il Milan. Così ho cominciato ad amare quella squadra il cui capitano era cuore di drago, Paolo Maldini, per sempre il Capitano per me. Poi grazie ad un giocatore speciale, abbiamo imparato che oltre ad essere calciatori famosi si può essere persone umanamente speciali. Quel giocatore era George Weah, lo abbiamo amato da subito io e mio fratello, tanto che Fabrizio aveva espresso il desiderio di averlo alla sua comunione. Chissà se un giorno verrà a Capri, fatecelo sapere! Forza Milan sempre!
Raffaella Gargiulo
Il mio amore per il Milan nasce da mio fratello, essendo lui milanista presumo grazie a Rivera, che più grande di me di 10 anni, mi ha trasmesso una passione per il Milan. Poi dopo si è trasformata in quasi fanatismo. La mia prima emozione sportiva è stata la partita allo Stadio. Era il 1984/5 c’era il derby a San Siro, io allora 13nne, prima volta a Milano e prima volta a San Siro, dopo un lungo viaggio in bus mi trovai catapultato in un turbine di emozioni indimenticabili.
Ringrazierò per sempre mio fratello perché solo il Milan avrei potuto tifare.
Gianluca Mazzarella
Il mio primo amore è stato Rivera, poi c’è stato Van Basten poi c’è stato Shevcenko, Beckham…. troppi amori ma con una cosa in comune la maglia rossonera. L’emozione più grande è stata vedere anche mio figlio indossare la maglia con gli stessi colori.
Costanza Pagano
Io sono nato milanista ed a 3 anni ho già festeggiato la mia prima Coppa dei Campioni. Grazie mamma per la fede che mi hai trasmesso
Matteo Pontecorvo
Rivera lanciò un pallone in area e Pierino Prati, con un sinistro potente, lo mandò in porta. Il ragno Cudicini partì dalla sua area per abbracciare il suo compagno; era difficile che esultasse a quel modo, lui che era un uomo molto compassato. Mio fratello mi prese sotto le braccia e mi fece volare in aria, pieno di gioia. Era la sua prima volta al San Siro e anche la mia. Scelsi i colori rossoneri e quella maglia numero 11, osannata e amata da un calciatore che aveva vestito prima la casacca della mia città. Avevo otto anni e mio fratello diciotto; aveva chiesto come regalo di compleanno di andare a vedere la partita a Milano e mi aveva portato. Sono tornato parecchie volte al San Siro, ma non dimenticherò mai quella volta, così come quando ho portato mio figlio, iniziato alla fede rossonera sin dalla culla. Le tradizioni vanno continuate.
Guido Rella
Ci sono nato milanista senza un motivo apparente, me lo sentivo dentro come se la fede rossonera mi scorresse nelle vene, nonostante nella mia famiglia sono per il 99% napoletani, rimane quel 1% che è tutta la mia fede rossonera. Nel 2006, avevo appena compiuto 3 anni e vedevo le partite della nostra cara amata nazionale con il mio papà e c’era un giocatore anzi un guerriero che mi fece innamorare del calcio. Quel guerriero era Gennaro Gattuso, giocatore incredibile, il mio idolo di vita e di stile gioco. Dopo la vittoria di quel mondiale Rino decise di passare le sue vacanze estive a Capri. In quei giorni ero malato, ma niente mi potè fermare alla notizia che il mio neo idolo era qui e piansi per ore finché mia madre mi disse che potevo andarci. Arrivato in hotel, avevo paura di avvicinarmi ma pian piano riuscii a sedermi sulle sue gambe e lui – signore quale è e quale sempre sarà – mi propose di mangiare un dolce con lui. Felicissimo come se avessi visto un deo greco, ma forse il nostro Ringhio è addirittura superiore, tornai a casa e presi l’unica decisione che non cambierà mai nella mia vita: essere milanista e avere Rino Gattuso nel cuore. Poi successero tante altre cose. La fascia di capitano a Rino, il mio primo derby allo stadio vinto 3 a 0 con doppio Pato e Cassano, lo scudetto, l’addio dei veterani, il “tuo” addio Rino, il tracollo post Allegri, l’addio di Berlusconi, la speranza dei cinesi e poi il ritorno di Ringhio, un fulmine a ciel sereno che mi fece sognare di nuovo. Ero in classe, avevo appena finito il compito di latino e mi arrivò sul cellulare la notifica “Montella esonerato, panchina affidata a Gattuso”. Alzai la mano per andare in bagno e lì scoppiai a piangere dall’emozione. Ed eccoci all’oggi, al 2019; nuovo mister, la rosa più giovane della serie A, tante speranze e tanta voglia di riprenderci il mondo. Il Milan è uno stile di vita e questo non cambierà mai. Per me possiamo andare pure in Serie C e giocare il derby con il Como; non mi importa e possiamo anche perderlo, ma io amo e amerò sempre il Milan più della mia stessa vita. Comunque andrà sempre al tuo fianco nel bene e soprattutto nel male; è facile salire sul carro dei vincitori quando tutto va bene e mai mi sono permesso di rinnegare il mio Milan nei momenti bui anzi la mia voglia di vederlo e di viverlo cresce sempre di più. Concludo con le 4 parole più importanti della mia vita: Forza Milan Per Sempre. ❤️🖤
Costanzo Ruggiero, 16 anni
Da bambino ero solito frequentare la casa dei nonni. Nella stanza di mia zia Carola, vidi un giorno alla parete un poster gigante di Gianni Rivera. Beh, forse il poster non era poi così gigante. Era solo una di quelle foto che escono dalle riviste patinate. Sarà che io ero piccoletto, ma quella foto mi sembrava gigante. E di gigante, da allora, mi è rimasto l’amore per quei colori: il rosso e il nero!
Maurizio Salzano
Riceviamo e con piacere pubblichiamo anche alcuni ricordi di amici, soci di altri Milan Club
La mia passione rossonera parte da prima che io nascessi dato che è una “malattia” di famiglia partendo dal mio nonno materno con la sua passione e ammirazione per Gianni Rivera e i campioni degli anni 60-70 vincitori delle due coppe dei campioni e dello scudetto della Stella, per poi passare alla generazione dei miei zii gli anni d oro 80-90 delle grandi vittorie in italia europa e mondo per poi passare ai fine anni 90/2000 della mia generazione e del mio amore per il Milan scattato la ufficialmente la sera del mio compleanno il 23 aprile 2003 quando SuperPippo al 95 ci porto in paradiso in semifinale champions fino ad arrivare a Manchester…il resto è storia!!!
Sono milanista perchè il rosso e il nero sono i colori più belli del mondo ❤️🔝🔴⚫
Giuseppe Striano
(milan club marigliano)